L’Intelligenza Artificiale sta rivoluzionando il mondo.
Scopriamo perché.
La chiamano la nuova rivoluzione per la sua capacità di portare le imprese a una vera e propria trasformazione del lavoro, dall’organizzazione aziendale fino alla creazione di nuovi e potenti modelli di business: l’Intelligenza Artificiale, integrata alle più sofisticate tecnologie, sta cambiando il modo di lavorare in modo universale, che si tratti di piccole, medie o grandi imprese.
Perché se ne sente tanto parlare?
È ormai un tema così diffuso che tendiamo a pensare al fenomeno dell’Intelligenza Artificiale come un termine nuovo. In realtà è nato poco prima degli anni ’60 da un professore di matematica John McCarthy del Dartmouth College, che ne diede una prima definizione:
Ogni aspetto dell’apprendimento o qualsiasi altra caratteristica dell’intelligenza che può, in linea di principio, essere precisamente descritto e simulato da una macchina.
L’ interesse della comunità scientifica per l’Intelligenza Artificiale ha inizio, però, da ancora prima dell’ interesse di McCarthy: il primo vero progetto di Artificial Intelligence (ormai nota con l’acronimo AI) risale al 1943 quando i due ricercatori Warren McCulloch e Walter Pitt proposero al mondo scientifico il primo neurone artificiale cui seguì poi nel 1949 il libro di Donald Olding Hebb, psicologo canadese, grazie al quale vennero analizzati in dettaglio i collegamenti tra i neuroni artificiali ed i modelli complessi del cervello umano.
I primi prototipi funzionanti di reti neurali (cioè modelli matematici/informatici sviluppati per riprodurre il funzionamento dei neuroni biologici per risolvere problemi di intelligenza artificiale intesa, in quegli anni, come la capacità di una macchina di compiere funzioni e fare ragionamenti come una mente umana) arrivarono poi verso la fine degli anni ’50 e l’interesse del pubblico si fece maggiore grazie al giovane Alan Turing che già nel 1950 cercava di spiegare come un computer possa comportarsi come un essere umano.
Cos’è l’Intelligenza Artificiale?
Viene definita come un’intelligenza informatica, una disciplina in cui convergono tecniche di programmazione basate sulla formulazione di algoritmi sempre più sofisticati in grado di replicare le capacità tipiche dell’essere umano: interazione con l’ambiente, apprendimento e adattamento, ragionamento e pianificazione. A fare la differenza è la loro capacità di imparare in maniera autonoma e di creare conoscenze invece di ripetere semplicemente le informazioni che ricevono. Partendo dai meccanismi di funzionamento del cervello umano, l’Intelligenza Artificiale lavora in emulazione e permette alle macchine di agire umanamente, pensare umanamente, pensare razionalmente, agire razionalmente.
Dalla sua scoperta, l’Intelligenza Artificiale rimase per la maggior parte del tempo nei corsi universitari teorici. Ma negli ultimi anni le cose sono cambiate grazie a due fattori che hanno esponenzialmente assicurato il suo sviluppo:
- L’enorme aumento e immagazzinamento dei dati: i Big Data, che danno la possibilità alle macchine di diventare sempre più intelligenti e di performare meglio alla risoluzione dei loro compiti.
- Un costante sviluppo tecnologico dei computer che riescono con più facilità a dare un senso a questi dati, tramite analisi maggiormente accurate e che richiedono minor tempo di esecuzione.
Dal primo approccio alla rivoluzione dell’AI: i nuovi modelli di business
Ma è solo oggi che i progressi tecnologici registrati nel campo della potenza di calcolo, della disponibilità dei dati e nella capacità della loro analisi per la risoluzione di problemi complessi hanno permesso alle applicazioni di nascere e diffondersi. Perchè se fino a dieci anni fa era difficile abbattere le barriere delle imprese all’introduzione di nuove tecnologie e sistemi intelligenti, per la mancanza di strumentazione o di capacità analitiche inadeguate, il tema oggi non è solo tecnologico ma, principalmente, culturale e di competenze specifiche.
“Secondo gli esperti, oggi il 70% dell’effort relativo a un progetto AI per il ridisegno dei processi, il 10% alla scrittura degli algoritmi e solo il 10% alla parte tecnologica“
(Fonte: Digital4biz)
La necessità di innovare i processi aziendali è ormai un fatto chiaro a tutti: l’Intelligenza Artificiale sta rivoluzionando tutti i settori di mercato a grande velocità e le imprese, dalle PMI alle multinazionali, non possono fare altro che seguire la scia dell’innovazione tecnologica, sempre più richiesta dall’utente, per sopravvivere alle nuove logiche del mercato. Ma c’è ancora tanta strada da fare, soprattutto in Italia, prima che le aziende prendano coscienza dell’importanza delle nuove tecnologie nei processi aziendali interni, esterni e a supporto della customer experience. Qualcosa si sta muovendo, ma non è ancora sufficiente: secondo i dati del Politecnico di Milano, in Italia il 56% delle grandi imprese ha già avviato progetti di Artificial Intelligence (AI) anche se ancora in fase embrionale. Un dato interessante, però, emerge dal confronto tra le imprese italiane con quelle europee, in cui si evidenzia che, nonostante sia inferiore il numero di progetti avviati (56% contro il 70% di Francia e Germania), si prediligono ambiti applicativi maturi, dove i benefici siano maggiormente documentati e più rapidamente realizzabili.
Perché scegliere soluzioni di Intelligenza Artificiale?
I 5 perché per far crescere il tuo business
Se possiamo documentare i reali benefici delle nuove tecnologie, applicate al business, perché non integrare soluzioni di Intelligenza Artificiale nei nostri processi aziendali? Dalla raccolta dati, alla velocità di analisi e capacità di calcolo, gli algoritmi elaborati grazie all’Intelligenza Artificiale offrono nuove soluzioni per lo svolgimento di processi e attività .
Ma come sfruttare questa nuova tecnologia e, soprattutto, perché determinante per creare un nuovo modello di business aziendale che possa essere competitivo sul mercato?
1. Perché l’Intelligenza Artificiale incrementa il fatturato
Se avete sentito dire spesso questa frase, non scambiatela per un luogo comune infondato. A confermare le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale come fenomeno in grado di stravolgere le logiche del mercato è lo studio McKinsey, tra i tanti studi prodotti sulla materia. Secondo McKinsey, l’AI impiegherà probabilmente un tempo tra i 10 e i 30 anni per affermarsi. Entro il 2030 potrebbe aggiungere all’attività economica del mondo 13 mila miliardi di dollari, cioè l’1,2% del Pil globale ogni anno. Una previsione che porta le aziende, sempre più attente all’innovazione e allo sviluppo, ad attrezzarsi già da adesso per essere all’avanguardia e, soprattutto, per non farsi trovare impreparate.
2. Perché l’Intelligenza Artificiale crea nuovi posti di lavoro
Il mondo si divide in due categorie, quando si parla di Intelligenza Artificiale: i favorevoli, quelli fiduciosi che il processo evolutivo delle nuove tecnologie porterà a migliorare lo scenario futuro, dall’ambito sociale a quello lavorativo; i contrari, contro l’avanzare delle tecnologie di Intelligenza Artificiale e con la convinzione che i “robot ci ruberanno il lavoro.”
Il pensiero delle aziende sull’avvento delle nuove tecnologie, viene messo in luce nel Report di Capgemini: secondo lo studio, a pensare che l’Intelligenza Artificiale sia in grado di creare nuovi posti di lavoro, sono 4 aziende su 5. La ricerca ha evidenziato che grazie all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale circa l’83% del campione analizzato ha creato nuovi posti di lavoro. Ciò testimonia il fatto che l’AI consente all’individuo di concentrarsi maggiormente sulle attività che creano valore aggiunto legate alla creatività e all’intelletto. E per neutralizzare le paure, oltre i 3/5 delle imprese affermano che non vi è stata alcuna perdita di posti di lavoro.
3. Perché l’Intelligenza Artificiale migliora i processi aziendali e riduce i costi
Il problema dei Big Data, ormai all’ordine del giorno, ha trovato la sua soluzione con il Machine Learning: le macchine sono oggi in grado di imparare dai dati e sono facilmente adattabili a ogni situazione. Ci sono diversi vantaggi dati dalla possibilità di conoscere in tempo reale e di prevedere il comportamento di reti, macchinari, output, processi, clienti e operatori.
Combinando e confrontando i feedback di tutti questi fattori, le piattaforme di Intelligenza Artificiale, come chatbot e assistenti virtuali, imparano a determinare tramite calcoli probabilistici quale causa comporta quale effetto, e quindi a fare previsioni è sempre più attendibili man mano che aumentano i dati assorbiti dalla macchina e sul modo in cui si comporteranno macchinari, prodotti, clienti e operatori in situazioni reali prevedendo guasti, disservizi e scelte compiute.
La conseguenza è un netto miglioramento dei processi in termini di efficienza e riduzione dei costi. Oltre al grande potenziale di tecnologie quali chatbot e assistenti virtuali, che portano a un evidente miglioramento dell’organizzazione e dei processi aziendali, molte di queste piattaforme sono personalizzabili e create su misura per ogni cliente: un esempio è Algho, la piattaforma realizzata da QuestIT che sfrutta l’algoritmo più performante nella comprensione del linguaggio naturale, ed ha la capacità di integrarsi in tutte le fasi dei processi aziendali attraverso una semplice richiesta vocale o testuale rendendo efficace l’acquisizione di informazioni dai database aziendali interni.
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4. Perché l’Intelligenza Artificiale garantirà maggiore sicurezza ai processi aziendali
L’evoluzione dei sistemi di protezione, proprio grazie all’Intelligenza Artificiale, porterà a un sistema di processi che risulteranno più dinamici, più proattivi e, soprattutto, più sicuri. Dalla sicurezza informatica e dei propri dati digitali, fino alla sicurezza nelle strade grazie alle auto a guida autonoma e sicurezza sul posto di lavoro, la rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale coinvolgerà tutti i settori, migliorandone gradualmente le prestazioni.
Diverse aziende, infatti, stanno già sperimentando le tecnologie di Intelligenza Artificiale sul posto di lavoro. Ma non solo piccole, medie imprese e privati: l’Intelligenza Artificiale arriva anche ai servizi per il cittadino, all’interno delle Amministrazioni Pubbliche. Un esempio recente è il progetto Caterina, l’assistente virtuale realizzato da QuestIT per il Servizio Demografico del Comune di Siena.
Sviluppato con la piattaforma Algho, il chatbot ha lo scopo di semplificare l’accesso alle informazioni relative ai servizi pubblici e la richiesta di documenti all’interno dell’Ufficio Anagrafe, come il cambio di residenza o il rinnovo della carta d’identità , fino all’invio digitale del documento richiesto, con valore legale. Caterina, personalizzata grazie alla Digital Human Interface, che conferisce al chatbot un volto e una voce, è stato pensato per cambiare il modo di vivere e il modo di pensare, sfruttando le potenzialità degli algoritmi e della Natural Language Processing, per avvicinare gli utenti alle nuove tecnologie con l’obiettivo di semplificare i lunghi processi delle Amministrazioni Pubbliche.
5. Perché l’Intelligenza Artificiale è un acceleratore di innovazione
Il tema dell’adozione dell’Intelligenza Artificiale per l’industria, come strumento in grado di accelerare e migliorare i processi aziendali dall’interazione digitale tra uomo e macchina alla data analysis, dal marketing al retail fino alla ricerca e alla formazione, è stato il filo conduttore dell’Aixa-Artificial intelligence expo of applications, in programma a Milano.
L’Intelligenza Artificiale sta penetrando alla velocità della luce in tutti gli ambienti dell’uomo: dal posto di lavoro alla vita quotidiana, dove è ormai di utilizzo comune l’assistente digitale con cui si può dialogare, ma anche aprire le finestre. Ecco perchè l’Intelligenza Artificiale sarà un motore dell’innovazione non solo nei settori ad alta tecnologia, ma anche in quelli più tradizionali. Ma ciò che conta è non perdere di vista ciò che le macchine comportano: dietro alla programmazione e all’utilizzo delle macchine c’è (e ci sarà sempre) la componente umana, una garanzia che emerge anche dalle nuove linee guida sull’Intelligenza Artificiale adottate dall’Unione Europea in cui la questione etica e morale è il perno sul quale dovranno svilupparsi le nuove soluzioni intelligenti.
Come prepararsi all’adozione di soluzioni di AI per il proprio business?
Per affrontare al meglio un percorso per l’adozione dell’Intelligenza Artificiale serve attrezzarsi su vari fronti:
- capire come utilizzare l’AI nel proprio caso e settore per aumentare il potenziale di business
- comprendere come organizzare la forza lavoro integrando le persone e i sistemi automatizzati
- predisporre una struttura di dati efficace, che consenta agli algoritmi di essere “addestrati”, cioè di imparare dalle esperienze precedenti
- dotarsi di database integrati e delle corrette infrastrutture di supporto.
Perché QuestIT per le tue soluzioni di AI?
Per comprendere come introdurre soluzioni di Intelligenza Artificiale nel proprio processo aziendale o quali sono le opportunità legate alla tecnologia, QuestIT, azienda specializzata nello sviluppo di soluzioni di Intelligenza Artificiale, ha progettato diverse soluzioni per esplorare i vari aspetti dell’Intelligenza Artificiale.
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