L’intelligenza artificiale corre su binari sempre più veloci e la diffusione di assistenti virtuali in grado di supportare il proprio business, in diversi settori, sembra essere ormai una prerogativa sempre più richiesta. Ma come riconoscere il chatbot più adatto alla propria azienda e, soprattutto, come creare un assistente virtuale?
Solo negli ultimi anni, il numero di piattaforme online per costruirsi da soli il proprio assistente virtuale è cresciuto velocemente, grazie anche al maggior interesse per le nuove tecnologie da parte delle aziende. Ma realizzare un chatbot non è solo un lavoro certosino di progettazione, in cui si costruiscono una serie di percorsi in cui vengono pensate delle domande e una scelta di possibili risposte.
Dare vita a un chatbot per il proprio business è molto di più creare un assistente virtuale richiede una particolare capacità empatica, in cui è necessario calarsi nei panni dell’utente per pensare a quali domande saranno più pertinenti, a come si svilupperà la conversazione e quali flussi conversazioni ne deriveranno, per creare poi interconnessione tra le domande e, di conseguenza, sviluppare percorsi guidati, completi e soprattutto soddisfacenti per l’utente.
Ecco 5 step necessari per creare un assistente virtuale di successo:
- Dare un messaggio di benvenuto
- Definire le FAQ
- Creare e mettere in relazione le FAQ
- L’importanza degli elementi visuali
- Il valore del copy
1. Dare un messaggio di benvenuto
Per creare flussi conversazionali vincenti, il chatbot deve presentarsi e spiegare cosa è capace di fare. Questo servirà a delimitare il perimetro applicativo in cui è capace di operare.
Un esempio di messaggio di presentazione potrebbe essere questo:
Ciao sono Loris, l’assistente virtuale di QuestIT e sono qui per aiutarti nel cercare il miglior prodotto per te, darti informazioni sulle nostre offerte o supportarti nell’acquisto.
Questo tipo di presentazione serve per evitare domande non pertinenti all’operatività del chatbot (come per esempio Che tempo fa?). Inoltre è utile che a questo messaggio siano connessi dei suggerimenti per stimolare la conversazione tra l’utente e l’assistente virtuale.
2. Definire le FAQ
Definiti quali sono i flussi degli argomenti sui quali il chatbot è capace di rispondere, bisogna immaginare le domande più comuni che l’utente finale potrebbe rivolgere al chatbot e per ciascuna di queste è necessario immaginare i vari modi con cui l’utente potrebbe formulare la domanda.
Per esempio, se vogliamo chiedere informazioni sui metodi di pagamento, un lista di possibili domande sul tema potrebbe essere:
Quali sono i metodi di pagamento?/Come posso pagare?/Come faccio ad acquistare?/Quali sono i metodi per acquistare un prodotto?
3. Creare e mettere in relazione le FAQ
Dopo aver individuato un ventaglio di possibili domande che l’utente potrebbe rivolgere all’Assistente Virtuale, lo step successivo è quello di connettere altre domane pertinenti alla principale, con parole chiavi ancora più precise, per soddisfare a 360 gradi la domanda del cliente.
Per esempio, alla domanda Quali sono i metodi di pagamento?, possiamo pensare di connettere anche la domanda Posso pagare con Paypal, carta di credito, bonifico bancario?, così da creare una rete di domande più specifiche connesse a delle domande più generiche, che serviranno da approfondimento alla principale.
4. L’importanza degli elementi visuali
Non dimenticare che un chatbot non veicola solo il testo, ma anche elementi visuali come immagini, video, oppure l’inserimento di link. La cura della parte visuale è un biglietto da visita vincente che non solo distinguerà il tuo chatbot dagli altri Assistenti Virtuali presenti sul mercato, ma sarà più facilmente memorizzabile dall’utente: un’interfaccia curata, attenta alla scelta dei colori e del formato grafico risulterà sicuramente più piacevole agli occhi dell’utente. Con Algho, la tecnologia sviluppata da QuestIT, inoltre, puoi scegliere di dare al tuo chatbot un volto e una voce, grazie alla funzione di Digital Human Interface, oppure personalizzare la chat con effetti ed elementi personalizzati.
5. Il valore del copy
Veicolare la conversazione di un chatbot non è come scrivere la scheda di un prodotto sul proprio sito internet. Cambia il tipo di interazione con l’utente, che deve simulare il linguaggio naturale utilizzato in una qualsiasi chat (elementi verbali più semplici, frasi brevi, fast replay per rendere la conversazione fluida, etc.) e deve guidare il flusso sfruttando un tecnologia di NLP capace di dare robustezza all’interazione con risposte pertinenti e aperte da parte dell’utente. Una buona azione di copywriting, quindi, con la creazione di un flusso conversazionale ad hoc, permette non solo di acquisire e successivamente fidelizzare nuovi clienti, ma anche di posizionare il proprio brand sul mercato trasmettendo i valori dell’azienda che, nel tempo, porterà alla costituzione di un legame sempre più stretto, creando vere e proprie community di clienti affezionati.